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Serafino, giusto concedergli fiducia. Il punto di Alessio Perotti


SERAFINO: «NON PROMETTO LA LUNA, VERRÒ GIUDICATO PER IL MIO LAVORO»

E così eccoci dopo cinque anni, un periodo insolitamente lungo per le nostre abitudini, a dare il benvenuto ad una nuova società, o meglio ad un nuovo patron, visto il ruolo da one-man show attualmente rivestito da Domenico Serafino, che peraltro professionalmente allo spettacolo ci è avvezzo. E’ piombato come un baleno, dopo una trattativa lampo di poco più di un mese (a parte l’iniziale abboccamento risalente allo scorso Settembre), in casa Samb questo cinquantatreenne ragazzo di Calabria, terra fascinosa perennemente sospesa tra asprezza e bellezza. Come al solito i nomi triti e ritriti di possibili acquirenti si sono sciolti come neve al sole e, quando sembrava che la pandemia avesse definitivamente fatto tramontare un ipotetico passaggio di proprietà, ecco che si è quindi materializzato e pure sorprendentemente sia per l’identità del nuovo numero uno societario che per la rapidità dei tempi. Al di là delle sue effettive potenzialità e di sicurezze che al momento non esistono (ma quali possono essercene mai in un periodo quale quello contemporaneo saggiamente qualificato dal grande sociologo Zygmunt Bauman come “età dell’incertezza”), desta curiosità il fatto che Serafino una società di calcio ce l’ha già, il Bangor in Galles (tre volte campione nazionale, l’ultima nel 2011), classificatosi quinto nell’attuale serie B gallese, dove pochi giorni fa ha ingaggiato un nuovo allenatore, l’ex centrocampista argentino Hugo Colace, che due anni fa ha concluso la sua carriera da calciatore proprio in Italia, prima al Siderno e poi all’Orvietana. Si dovrà quindi vedere come Serafino, momentaneamente stabilitosi in Riviera, riuscirà a conciliare organizzativamente e finanziariamente la gestione di due club, entrambi storici, visto che anche al Bangor ha rilasciato dichiarazioni in merito ad un progetto a lungo termine con l’obiettivo del ritorno in Europa, di cui l’ex campione del mondo Pasculli farà parte come responsabile tecnico, dopo essere stato in panchina nella stagione anzitempo conclusa. Sono state infatti improntate alla costruzione di una solida struttura dal basso le prime mosse di Serafino in casa Samb, orientate a reperire impianti per sviluppare soprattutto un settore giovanile, che potrebbe divenire una fonte di calciatori per la prima squadra e di autofinanziamento per le casse societarie. Non ha sapientemente fatto svolazzi di fantasia almeno per ora, evitando di parlare di traguardi e concentrandosi sull’immediato futuro che porta ai play-off, occasione per valutare chi potrebbe essere confermato, al fine di non dover ripartire da una rosa azzerata. Intanto potrebbero restare alcune figure dirigenziali ed essere coinvolti nel nuovo progetto volti noti sambenedettesi, che fungerebbero da cordone ombelicale tra lo stesso Serafino e l’ambiente. Cosa chiedere al nuovo amministratore delle sorti rossoblù? Non parliamo ora di obiettivi calcistici, ma solo di garantire trasparenza e di ridare entusiasmo ad una piazza immalinconitasi nelle ultime due modeste annate, anche se questa potrebbe riservare inattesi colpi di coda. Da parte nostra è giusto concedere fiducia almeno in questa fase iniziale al nuovo ciclo, anche perché lo stesso Fedeli ha definito il comportamento di Serafino ineccepibile in sede di trattativa, e supportare i primi passi della neonata società. All’indomani della conquista dello scudetto con la Sampdoria nel 1991 il presidentissimo Mantovani disse: “La più grande gioia della mia vita è stata regalare un sorriso a tanta gente”; auguriamo a Serafino di poter ripetere un giorno queste parole sulla sua avventura rossoblù.


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