Un rinvio c’è già stato e tra i tanti ricorsi e i problemi affrontati nella redazione dei calendari, resta ancora tanto da definire intorno ai prossimi campionati, sia di Serie B che di Serie C. Nei giorni scorsi si è svolto un incontro tra l’AIC (Associazione Italiana Calciatori) ed una rappresentanza degli agenti dei calciatori. A farne un riassunto, anticipando poi quelle che saranno le prossime mosse, è il vice-presidente dell’associazione Umberto Calcagno ai microfoni di tmw.com:
«C’è comunanza di idee. Siamo associazioni che comunque tutelano il lavoro e lavorano nel calcio assieme: calciatori, agenti e molti di loro con le società. C’è unità di intenti nel portare avanti una protesta che non è nel merito delle decisioni prese ma nelle modalità per le quali sono state prese. Se noi avallassimo un colpo di mano come questo autorizzeremmo chiunque da oggi in poi a poter stravolgere il nostro mondo senza maggioranze che sono previste dallo Statuto. Quindi aver cambiato delle NOIF (Norme Organizzative Interne Federali) in barba allo Statuto è un atto che non possiamo accettare. Stiamo proponendo lo sciopero soprattutto cercando di far capire le ragioni. Molti sono ragazzi di 20 anni che ovviamente non vedono l’ora di riprendere a giocare ma stiamo cercando di fargli capire che le problematiche che adesso non hanno sono problematiche che potrebbero riguardare loro negli anni futuri, perché lasciare in mano alla discrezionalità di pochi l’intero nostro sistema vuol dire probabilmente consegnarci agli altri. I nostri consiglieri di Serie A sono stati informati e sono vicini, manifesteranno la vicinanza a questa problematica. Ovvio che i problemi riguardanti determinate categorie vengono poi risolti con gli scioperi delle categorie interessate. Così come si è fermata solo la A all’epoca dell’accordo collettivo o si stava fermando la C quando c’era la regola dei giovani obbligatori. Ma certamente c’è comunanza di idee in tutte le categorie. Ci ritroveremo a breve con i rappresentanti delle squadre di Serie B. Proclameremo lo stato di agitazione nella giornata di lunedì, credo, per poi proclamare lo sciopero a metà settimana».