SAMB, CONFRONTO CON I TIFOSI DOPO IL KO CON L’IMOLESE
SERAFINO: «CON I TIFOSI CONFRONTO PACIFICO. VALUTIAMO IL RITIRO»
Un grande talento a volte può non bastare per fare bene. Lo sanno bene la Samb e Ruben Botta. Il numero 10 rossoblù è sicuramente uno dei profili di più elevato spessore dell’intera Serie C, ma in questa stagione non ha mostrato quella continuità di rendimento che forse sperava il presidente Domenico Serafino che ha fatto un grande sforzo per portarlo nella Riviera delle Palme. Vero è che molti dei gol e dei punti raccolti dalla Samb sono frutto esclusivo delle invenzioni dell’ex Inter e Chievo, ma si deve anche considerare che in alcune partite sono venuti fuori i limiti – più caratteriali che tecnici – del Mago. Nel secondo tempo della gara con l’Imolese, per esempio, Botta è uscito completamente di scena, innervosendosi (a volte borbottando nei confronti dei compagni) e perdendo di lucidità come nell’occasione che nei minuti finali ha portato al gol del definitivo 3-1, finendo per il regalare un pallone velenoso nella propria trequarti nel tentativo di evitare una rimessa laterale. Un’esasperazione forse frutto anche di un eccessivo accentramento del gioco sambenedettese sul suo fantasista, che spesso si è ritrovato a dover sopportare l’intero peso offensivo della squadra e ad essere tartassato dagli avversari, come invece è accaduto a Fermo in una gara che lo ha visto “esplodere” nel finale rimediando un’espulsione severa ma evitabile. Insomma se la Samb non gira e continua a fossilizzarsi soltanto sul suo numero 10, la cui cifra tecnica resta indiscutibile, rischia di limitare le possibilità del singolo giocatore e di conseguenza di tutta la squadra. Perché Botta è un patrimonio di tutta la Serie C, ma soprattutto della Samb. Ancor di più di una Samb in difficoltà come quella attuale.