Un’altra estate in preda al caos, agli spasimi della società fallite (o vicine ad esserlo), alle decisioni a sorpresa degli organi federali. Un’altra estate nel segno dell’incertezza per il calcio italiano. Dal mondo del professionismo, che dovrebbe essere un traguardo e fungere da esempio per le centinaia di società dilettantistiche dello stivale, in questo 2018 arriva l’immagine più distorta e offuscata degli ultimi anni. Dalla Serie A alla Serie C non c’è una categoria che non sia toccata dagli scandali: nella massima competizione ci sono i casi di Parma e Chievo, in C il solito discorso delle società che non si iscrivono o se lo fanno questo avviene in maniera irregolare, e nel limbo c’è una Serie B che non brilla certo per discontinuità, con i casi di Cesena e Bari, senza dimenticare situazioni delicate come quella dell’Avellino. Figurarsi, poi, che è appena iniziato il valzer giudiziario dei ripescaggi: quello del Novara (QUI I DETTAGLI) potrebbe essere solo un antipasto di ciò che potremo vedere tra ricorsi e controricorsi agli organi federali. Incertezza e volatilità: non siamo a parlare di borsa, ma di un mercato che – nonostante Cristiano Ronaldo – continua a lanciare segnali di debolezza. Segnali che, come nel caso della Serie C, non sono venuti per caso (basti ricordare quanto accaduto nella scorsa stagione a Modena e Vicenza). Segnali che denotano l’incapacità di rinnovamento del nostro sistema. Segnali di un’altra vergognosa estate per il calcio italiano.
Daniele Bollettini