Vi presento il Pordenone: «Battuto il Cagliari grazie al fantacalcio, con la Samb concentrazione alta»

Si preannuncia una sfida delicatissima quella oggi al Riviera delle Palme: si affronteranno infatti Samb e Pordenone, appaiate al quarto posto a quota ventiquattro punti, con i neroverdi che però hanno disputato una gara in più. Per entrambe sembra superato il momento il momento complicato, ed entrambe sono obbligate a far risultato per continuare a restare in scia del Padova; dunque conosciamo meglio i nostri ospiti tramite le parole del collega Marco Agrusti, corrispondente della Gazzetta dello Sport.
Un inizio da imbattuti, seguito da un crollo di risultati: come si può spiegare il momento no vissuto dal Pordenone?
«Credo che la causa principale sia il fatto che il Pordenone in questa stagione abbia sempre subito troppi gol: i nerovedi sono la seconda peggior difesa, e alcuni meccanismi sono da perfezionare. L’infortunio di Gerardi davanti è stato un brutto colpo, e questo non è più il Pordenone di Tedino. Le prestazioni sono sempre arrivate, ma mentre in avvio erano accompagnate dai risultati, poi sono state seguite dalla “pareggite” fino alla serie di sconfitte, sempre caratterizzate dai gol subiti. La vittoria col Vicenza è stata molto importante per ripartire, seguita poi da quella in Coppa Italia contro il Cagliari».
La vittoria a Cagliari avrà proiettato il morale alle stelle: qualche curiosità su questo successo?
«Avrai sicuramente sentito che Colucci ha dichiarato i meriti del fantacalcio, attraverso il quale i suoi giocatori conoscevano bene quelli del Cagliari: ad esempio Stefani, avendo nella sua squadra Joao Pedro, era ben preparato alle sue caratteristiche. Il fatto che la vetta del campionato sia ormai lontana ha consentito all’allenatore di schierare alla Sardegna Arena la miglior formazione, cosa che probabilmente non sarebbe successa se il Pordenone fosse stato in lotta per il primato. Il successo è stato conseguito con merito, ed ora la squadra è attesa dall’Inter a San Siro».
Quanto è importante per i calciatori una partita come quella con l’Inter?
«Le motivazioni per queste occasioni vengono da sole; ovviamente c’è la consapevolezza della superiorità avversaria, ma la squadra cercherà di giocarsi al massimo questa opportunità. Inoltre i giocatori del Pordenone sono quasi tutti Juventini o Milanisti, soprattutto Stefani che esordì nel 2003 con il Milan di Ancelotti dopo aver giocato lì nelle giovanili, quindi per lui sarà un derby; per tutti loro quindi sarà uno stimolo in più. Gerardi, invece, è l’unico interista ma per via dell’infortunio non potrà confrontarsi con i suoi beniamini».
La sfida con la Samb è un crocevia fondamentale per il proseguo del campionato?
«Sarà di certo una partita difficile, e fondamentale per capire cosa sarà del campionato del Pordenone: la vetta potenzialmente è già distante undici punti, e con una sconfitta al Riviera si direbbe addio alla promozione diretta; al contrario, invece, una vittoria consentirebbe di continuare questo difficile inseguimento. Dovrà esser bravo Colucci a mantenere alta la concentrazione, dopo che tutta Italia ha messo gli occhi addosso al Pordenone per il successo a Cagliari».
L’obiettivo a inizio anno era vincere il campionato, o un piazzamento in zona playoff? La dirigenza è in linea con le aspettative?
«Partendo dal presupposto che quest’anno non doveva esserci la squadra “ammazzacampionato” come il Venezia o il Cittadella delle ultime due stagioni, quest’anno ci si aspettava che fosse quello buono, soprattutto visto l’avvio. Ora però il Padova sta volando, e sembra difficile che possa essere fermato, anche se il campionato è ancora molto lungo e quindi il sogno di provare ad arrivare in testa non è ancora spento. In caso contrario, sarebbe importante centrare il secondo posto, per accedere direttamente ai playoff, senza passare dal preliminare».
Gian Marco Calvaresi
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