VIRTUS VERONA-SAMB 0-1, LA CRONACA
MONTERO: «UNA VITTORIA PER LA CITTÀ»
Era presumibile che la settimana appena conclusa sarebbe stata caldissima e tanto è stato. A partire dalla mossa in zona Cesarini, per restare in ambito calcistico, con cui Serafino ha presentato a ridosso dell’udienza fallimentare una richiesta di concordato in bianco, passando per la lettera inviata da calciatori e staff al Tribunale per rappresentare il mancato pagamento delle loro spettanze (di poco inferiore al milione di euro), giungendo infine all’ammissibilità del concordato stesso venerdì scorso. A questo punto cerchiamo di analizzare più razionalmente che passionalmente la situazione venutasi ora a creare. Innanzitutto, non fa una grinza la decisione assunta dal giudice Francesca Calagna al termine di una lunga Camera di Consiglio, visto che la giustizia italiana in questo ambito ha innanzitutto lo scopo di verificare la possibilità che l’intera quota debitoria possa essere liquidata, cosa che non avverrebbe in caso di fallimento. Quindi, non essendoci in prima istanza, motivi sufficienti per addivenire all’inammissibilità della richiesta di concordato, giusto far partire il procedimento che sarà controllato dai due commissari giudiziali nominati Franco Zazzetta (si occupò già in veste di curatore fallimentare del crac della Samb di Soldini) e Massimo Pulcini, oltreché dagli stessi organi preposti del Tribunale. È questa una strada percorsa per molte aziende, al fine di evitarne il fallimento per motivi congiunturali e non strutturali, e non è del tutto negativa anche nel caso della Samb. Infatti i pagamenti precedenti al 16 aprile sono congelati fino alla presentazione del piano di ristrutturazione del debito entro 60 giorni (con la possibilità di dilazionarli, a patto che siano accettati dai creditori, quelli privilegiati, come i dipendenti, compresi) e da questo momento in poi tutto, fino all’ultimo centesimo, deve essere pagato (comprese quindi le prossime mensilità ai dipendenti), oltre alla quota di 25.000 euro da versare entro la settimana prossima presso la Cancelleria del Tribunale. Inoltre, non si potrà nascondere più nulla a livello di contabilità perché tutto passerà sotto il vaglio dei commissari. Se ciò non sarà ottemperato si passerà direttamente alla procedura fallimentare. A questo punto un eventuale serio acquirente potrebbe essere ancor più motivato a subentrare a Serafino, se non già presente dietro la sua mossa. Spieghiamo perché. 1) Tutti i debiti sono certificati e non potranno esserci sorprese a valle dell’acquisto 2) Non c’è il rischio di essere battuto in un’asta fallimentare, a cui più soggetti, anche inaffidabili, potrebbero presentarsi 3) Tramite il piano di rientro è possibile saldare la quota debitoria anche con rateizzazioni 4) Comunque anche in caso di acquisizione all’asta avrebbe dovuto coprire i debiti sportivi, che rappresentano oltre la metà del passivo. 5) Si ritroverebbe già un parco giocatori e uno staff, che con pochissimi ritocchi potrebbe puntare a vincere il campionato. Quindi, anche in vista della riapertura degli stadi per la prossima stagione, non si tratterebbe affatto di un mero benefattore, ma probabilmente di un affidabile ed oculato investitore.