VIS PESARO-SAMB 1-3, LA CRONACA
MONTERO: «GRUPPO PIÙ FORTE NELLE DIFFICOLTÀ»
Ha risposto sul campo come meglio non poteva la Samb, che contro una Vis in ottimo stato di salute (reduce da due netti successi contro Feralpisalò e Cesena), tira fuori tutta la sua “garra” e grazie ad un veemente approccio alla gara, espugna il Benelli, facendo en-plein anche contro la Vis Pesaro (dopo Gubbio ed Arezzo). Ora la palla, visto il probabilissimo rinvio del match casalingo infrasettimanale contro il Ravenna, passa direttamente alla società. Dopo “Aspettando Godot” ecco dunque “Aspettando Serafino” con la sua attesissima conferenza stampa di mercoledì e in particolare i dovuti chiarimenti su una gestione contradditoria e inadempiente, nonostante le ripetute rassicurazioni verbali del patron. È stata ambigua e misteriosa tutta questa vicenda sin dall’inizio con l’improvvisa comparsa sulla scena sambenedettese del calabro-argentino Serafino, supportato da un non ben identificato socio coreano residente in Florida, nonché facoltoso imprenditore nel settore alimentare vegano. Ora non bastano più parole: occorre, come giustamente espresso dallo striscione appeso dai tifosi sotto la Curva Nord, versare quanto dovuto a calciatori e fornitori, che giustamente reclamano le loro spettanze. Occorre che la società faccia capire chiaramente cosa è successo in questo inizio 2021, a partire dagli improvvisi allontanamenti di Fusco e Colantuono, passando per le altrettanto inattese dimissioni di Zironelli e per queste pendenze da saldare. Ma soprattutto occorre sapere – e questo Serafino deve dichiararlo senza mezze misure o a mezza bocca ai tifosi in primis, poi all’amministrazione comunale in rappresentanza della città e quindi alla stampa – da chi è composta veramente la società che sta reggendo un sodalizio glorioso come quello rossoblù. Al di là dei pagamenti correnti, è una società che può garantire un futuro sereno, oppure ogni mese e soprattutto in vista dell’iscrizione al prossimo campionato ci farà stare costantemente col fiato sospeso? Serafino lo deve ad una città, che lo ha accolto come un suo figlio e che addirittura gli ha tributato il premio come sambenedettese dell’anno 2020. Altrimenti meglio per il suo stesso onore che si faccia subito da parte, mettendo la società a disposizione di chi se la sente di portarla avanti.
Alessio Perotti